#20 – ottobre '23: aggiornamenti del sito PensarBene.it - Scuola, Intelligenza Artificiale (IA) e altro.
Redazione a cura di Natanail Danailov e Bruno Perazzolo
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È da poco iniziata la scuola. Di seguito alcuni articoli che partono da un dato fondamentale: troppi ragazzi non comprendono un testo scritto anche relativamente semplice. Poiché si tratta di una competenza trasversale a tutte le discipline, alla cittadinanza e all’esercizio di una qualsiasi professione, il dato dovrebbe far riflettere nell’ottica della ricerca di interventi duraturi e strutturali su problemi che la scuola, e non solo la scuola, si trascina da troppi decenni.
Con il seguente contributo, Gabriella Morello ha aperto un interessante confronto che vedremo sviluppato anche negli articoli successivi.
Prove INVALSI: esiti riguardanti “la comprensione di un testo scritto” che dovrebbero far riflettere dentro e, soprattutto, fuori dalla scuola - di Gabriella Morello
Il 12 luglio è stato presentato il Rapporto Nazionale Invalsi 2023 presso la Camera dei Deputati a Roma. Tra tutte le informazioni che si possono ricavare, colpisce quanto emerge dai dati ricavati dall’ultimo anno delle scuole superiori rispetto alla comprensione del testo: “[…] considerando il Paese nel suo complesso senza distinzioni in base agli indirizzi di studio, si può affermare che solo poco più della metà delle studentesse e degli studenti raggiunge […] un livello in linea con gli aspetti essenziali previsti dalle Indicazioni nazionali.”
L’articolo di Bruno Perazzolo riflette su fattori ed effetti più generali del fatto che così tanti ragazzi fatichino a capire adeguatamente quello che leggono
Se solo un italiano su due fatica a capire, o non capisce del tutto, un testo scritto di media difficoltà non è solo colpa della scuola e non è solo un problema di quelli che non capiscono quello che leggono - di Bruno Perazzolo
Platone, uno dei maggiori filosofi dell’antica Grecia, pensava che la democrazia fosse una forma di Stato fallimentare. Il motivo era quello dell’ignoranza del popolo che espone il governo del bene pubblico alla demagogia di abili furfanti che sanno “predicare bene, ma razzolano malissimo”. Però se i nostri ragazzi evidenziano difficoltà di comprensione ciò non dipende solo dalla scuola.
L’argomento dei fattori esterni alla scuola che concorrono a rendere così tanti giovani incapaci di comprendere accettabilmente un testo di media lunghezza e complessiva, vengono ripresi da Natanail Danailov che chiama in causa la rete e l’iperconnessione.
In-comprensione del testo: incapaci di leggere oppure distratti dalla rete? - di Natanail Danailov
Ho riflettuto sul fenomeno dell’incapacità di leggere e comprendere un testo scritto di lunghezza superiore ad un tweet o ad un post su Facebook e noto con dispiacere che sta sempre più dilagando tra persone di qualsiasi età. Credo che parte della colpa sia attribuibile al morboso attaccamento, da parte dei giovani soprattutto, ma anche dei meno giovani, ai social network. Non vorrei risultare monotono né banale, ma è un dato di fatto che non possiamo trascurare.
L'Intelligenza Artificiale (IA) ripropone, amplificandolo, il problema del rapporto tra scienza, religione, potere economico e politico e gente comune. In particolare, l'uomo moderno - malgrado i continui richiami dell'arte (film capolavoro quali Metropolis, Blade Runner, Frankenstein, Oppenheimer) e della storia (l’utilizzo della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki) - sembra aver definitivamente archiviato il monito greco di Prometeo condannato alla pena eterna per aver dato agli uomini il fuoco rubato agli Dei. Di seguito alcuni nostri contributi sul tema.
Dario Nicoli, con questo suo contributo, assume un punto di vista del tutto inusuale nel considerare criticamente l’IA spostando piuttosto l’attenzione sull’intelligenza naturale umana.
Da cos’è minacciata l’intelligenza “naturale” - di Dario Nicoli
Quel che maggiormente colpisce del dibattito che si è scatenato sull’Intelligenza artificiale è la sua astrattezza, senza alcun riferimento alle questioni che sfidano l’intelligenza umana in questo tempo decisamente inedito.
Daniela Mario ha scritto un saggio “Altre Intelligenze” che fa il punto della situazione sull’IA. Scritto in modo molto chiaro ed esperto, il testo può essere utilizzato agevolmente da tutti coloro che intendano avvicinarsi al tema dell’IA in maniera non superficiale.
“Altre Intelligenze”: introduzione al saggio breve di Daniela Mario.
Qual è il complesso rapporto che lega l’intelligenza artificiale (che usiamo già tutti in abbondanza) all’intelligenza umana? Quest’ultima potrà continuare a dominare il mondo indisturbata come ha fatto finora, pensando che tutto sia stato messo lì a suo uso e consumo, o subirà un arresto a causa dell’espansione vertiginosa dell’intelligenza artificiale?
Nei seguenti due articoli, Bruno Perazzolo prova ad abbozzare il tema dei fondamenti ideologici sottesi allo sviluppo dell’IA cercando, successivamente, di spostare l’attenzione sulla questione più generale del rapporto dell’uomo con la tecnica
Intelligenza Artificiale: mito e classi sociali - di Bruno Perazzolo
L’IA che, a ragione, può essere definita la punta di diamante del mito prometeico che regge l’intera impresa scientifica e la modernità che, con essa, in larga misura, si identifica. Un mito ben riassunto nel titolo del libro di Y.N. Harari “Sapiens, Da animali e dèi”, ma anche, ad esempio, nel saggio, meno noto, ma non per questo meno interessante, di quasi mezzo secolo fa, di J. Goodfield, “Giocare alla Divinità”, Feltrinelli 1981.
L’uomo può veramente dominare il mondo? - di Bruno Perazzolo.
Francesco Bacone (1561 – 1626) pensava che scienza e tecnica avrebbero dato all’uomo quel dominio sulla natura che una certa interpretazione della Genesi 1,26-28 aveva promesso senza che la corrispondente versione della religione ebraico – cristiana ci fosse mai riuscita per davvero. Malgrado le molteplici evidenze contrarie, questa filosofia resta a tutt’oggi ampiamente dominante.
Per finire due articoli che trattano una questione cruciale riassunta in un concetto molto in voga: quello della resilienza. Su cosa si fonda la capacità di adattamento dei sistemi viventi? L’esperienza benedettina, al riguardo, può insegnarci molto.
Regole pesanti e regole leggere - di Bruno Perazzolo
Dalla “resilienza” benedettina alcuni insegnamenti cruciali sulla relazione tra centro e periferia.
La virtù della discrezione e il valore dell’esempio - di Gabriella Morello
Quale importanza hanno l’esempio, l’eccezione e l’esperienza per la “longevità” delle stesse regole pesanti, ovvero di quelle regole che consideriamo fondamentali per la nostra esistenza sia individuale sia collettiva?