“Comunità e libertà” è il tema del quale, da più di un anno, ci stiamo occupando con incontri di approfondimento, interviste e pubblicazioni nel nostro sito. In questo contesto, due eventi hanno assunto un particolare significato: le interviste alle Associazioni di Volontariato del Comune di Biandronno e ai rappresentanti delle Istituzioni Locali (Amministrazione Comunali, Imprese, Chiese, Giornali, Scuola) del Comune di Pinerolo. Mentre nella precedente newsletter abbiamo diffuso i risultati dell’incontro di Biandronno, in questo numero diamo conto dell’intervista di Pinerolo.
In questo articolo, Dario Nicoli, che ha condotto l’intervista, ne illustra sinteticamente gli esiti principali
Cosa ci insegna l’incontro di Pinerolo
Per cercare di comprendere se il territorio stia diventando una nuova comunità, nell’incontro di Pinerolo del 7 novembre scorso abbiamo riunito cinque mondi: il Comune, la Scuola, l’Economia, le Chiese e la Comunicazione per comprendere se sono attive forze che, pur essendo minoranza, vedono con chiarezza il nuovo tessuto dei bisogni della popolazione e giocano le proprie risorse nella direzione neo-comunitaria. Provo a riassumere in tre punti ciò che è emerso dall’interessante e sorprendente incontro. Vai all’articolo
Bruno Perazzolo sviluppa alcune riflessioni sui contenuti dall’intervista
Cosa significa appartenenza? Esiste un “bisogno del dovere”? “Libere” riflessioni suscitate dall’incontro – intervista di Pinerolo del 7 novembre ’23. Vai all’articolo
Natanail Danailov racconta l’evento evidenziandone il clima positivo e le forti impressioni personali.
«Le interviste di PensarBene» a Pinerolo – Un resoconto emotivo e personale della serata.
Sono personalmente molto soddisfatto della serata, perché ho respirato un’aria diversa dal solito: la solerzia e la grinta che contraddistinguono i nostri ospitanti mi hanno colpito nel profondo del cuore, lasciandomi un barlume di speranza per quanto riguarda il futuro che ci aspetta. Ho constatato che, per fortuna, ancora oggi esistono persone a cui importa della loro città, della comunità a cui appartengono e che ogni giorno sostengono attivamente. Vai all’articolo
Dario Nicoli, a partire dagli esiti delle interviste di Biandronno e Pinerolo, propone un’analisi del fenomeno neocomunitario.
La comunità può dare risposta alla “solitudine cosmica”?
La grande mobilitazione del neo comunitarismo va vista come un tentativo di risposta immediata alla solitudine che caratterizza il tempo nuovo; essa offre a chi abita nel territorio occasioni di appartenenza e di vita in comune, ma queste esperienze consentono, innanzitutto nel linguaggio, un riconoscimento ed una consolazione verso quello smarrimento esistenziale di chi afferma, come dice Vasco Rossi, “ora qui…siamo soli…siamo soli…siamo soli…siamo soli…”? Vai all’articolo
In chiusura, insieme al link al video dell’incontro del 7 novembre, riproponiamo l’ipotesi di ricerca in base alla quale abbiamo impostato le interviste di Biandronno e Pinerolo. Purtroppo, per problemi tecnici del canale YouTube, il video documenta in modo completo solo alcuni interventi.
Video dell’incontro: clicca qui.
Visione e ipotesi della ricerca
La nostra epoca si caratterizza per l’elevata mobilità delle persone, i continui cambiamenti, l’innovazione tecnologica. Ciò, combinato con una cultura fortemente individualistica, ha reso più precari i rapporti umani nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nel vicinato e con gli amici. Tutto questo è stato pagato con una crescente solitudine e sofferenza in quanto l’uomo è, per sua natura, un essere sociale.
La vita di corsa tipica di un tempo accelerato provoca nella maggior parte delle persone depressione, rabbia e il sentimento di vacuità di una vita agitata, a cui si risponde con distrazioni ed anche con rimedi artificiali.
Ma emerge anche un desiderio di autenticità e di nuove forme di comunità: lo si vede nelle nuove imprese centrate sulla condivisione e la cooperazione, nella tendenza dei giovani a riunirsi, nei gruppi sempre più numerosi di persone che amano camminare nella natura, nel turismo “minore” dei borghi, nell’intensificazione delle relazioni di vicinato, nella ripresa, dopo la pandemia, dell’associazionismo e del volontariato, nella partecipazione alla vita politica municipale. La nostra inchiesta ipotizza che, accanto all’individualismo, vi sono nuove forme comunitarie incentrate sul territorio e sulle relazioni di prossimità, sia per rispondere a bisogni comuni sia per soddisfare un’esigenza esistenziale che spinge a prendersi cura, concretamente insieme degli altri, del territorio e della natura.